Di Paolo & Diane su Martedì, 26 Ottobre 2021
Categoria: Coppia

Cosa vuoi che io faccia per te?

Noi sposi come Bartimeo, non più ciechi e poveri, ma liberi e apostoli del suo amore

Il Vangelo di domenica ci ha riproposto la frase che Gesù rivolse nel brano di domenica scorsa a Giacomo e Giovanni: «Che cosa volete che io faccia per voi?».

Questa volta il Signore si rivolge a Bartimeo, il cieco di Gerico che lo sente passare fra la folla e lo invoca: «Gesù, Figlio di Davide abbi pietà di me». Non ha paura di disturbare Gesù con la sua preghiera. Bartimeo grida anche se tutti sono sordi, compresi gli apostoli. Grida anche se molta gente intorno a lui gli dice di tacere, di portare pazienza, di arrendersi. Grida, e solo Gesù lo sente, lo ascolta, lo vede e interviene.

Il Mantello

Così Bartimeo corre anche se non vede, lascia il mantello, abbandona cioè tutte le sue sicurezze per riporre tutta la sua fiducia in Gesù. E sente quella voce piena di tenerezza che gli parla al cuore e gli chiede: "Cosa vuoi che io faccia per te?".

La voce del Signore, è la voce dello Sposo che viene sempre incontro ai nostri bisogni, che è sempre pronto a servire, a farsi uno con noi, ed ogni volta che ci avviciniamo a lui ci chiede: "Cosa vuoi che io faccia per te?".

Più che sulla nostra richiesta, più che sul miracolo in sé, questo brano e questa domanda mi hanno fatto riflettere sulla tenerezza e sull'attenzione di Gesù per Bartimeo. Si ferma, si volta e chiede "Cosa vuoi che io faccia per te?". 

Bartimeo siamo noi sposi

Oggi questa domanda il Signore la rivolge a noi sposi, oggi Bartimeo siamo noi. Noi sposi che abbiamo visto nascere e crescere il nostro amore, la nostra relazione e che poi lentamente, ci siamo lasciati accecare dal nostro orgoglio, dalle ferite che ci siamo inferti a vicenda, dal nostro lavoro, dalla routine quotidiana. Noi coniugi che ci teniamo stretti il mantello delle nostre sicurezze, che a volte non sono più nemmeno condivise. Ognuno il suo mantello, ognuno il suo cantuccio dove sedersi ed elemosinare un po' d'amore, un po' d'attenzione. Noi genitori che nel frastuono della vita, stentiamo a riconoscere il volto del Signore che ci cammina affianco.

L'evangelista Marco ci dice che dobbiamo solo trovare la forza di riconoscerlo, anche in mezzo alla folla, anche in mezzo alla confusione che attanaglia la nostra vita. Che dobbiamo avere il coraggio di alzarci, anche se molta gente intorno a noi ci dice di tacere, di portare pazienza, di arrenderci. Che dobbiamo abbandonare il nostro mantello, le nostre certezze, e scavalcare tutto ciò che cercherà di essere d'ostacolo al nostro incontro con il Salvatore. E così anche noi potremo trovarci faccia a faccia con il Signore e ascoltare quella voce che con amore e tenerezza ci chiede "Che cosa vuoi che io faccia per te?".

Rabbuni, Maestro nostro, che noi possiamo tornare a vedere di nuovo.

E aprendo gli occhi vi stupirete nel vedere che di fronte a voi c'è il vostro coniuge, che lo sguardo pieno di tenerezza di Gesù è quello di tuo marito, di tua moglie, che il Signore vi ha donato una vista nuova, uno sguardo nuovo con cui guardarvi l'un l'altra e domandarvi con amore "Che cosa vuoi che io faccia per te?".

Buon cammino 

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